Il Dilemma Dell'onnivoro by Michael Pollan

Il Dilemma Dell'onnivoro by Michael Pollan

autore:Michael Pollan [Pollan, Michael]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Social Science, Agriculture & Food
ISBN: 9788845922886
Google: ZYpbPQAACAAJ
editore: Adelphi
pubblicato: 2008-12-14T23:00:00+00:00


Certo, il modo più semplice e tradizionale per misurare l’efficienza di una azienda agricola è dato dalla quantità di generi alimentari prodotta per unità di terreno. E anche secondo questo parametro, la Polyface è davvero impressionante. Chiesi a Joel quanto riuscisse a raccogliere in una stagione e lui snocciolò queste cifre:

30 000 dozzine di uova

10 000 polli da carne

800 galline da brodo

50 manzi (cioè 12 tonnellate di carne)

250 maiali (cioè 12 tonnellate di carne)

1000 tacchini

500 conigli.

Lì per lì mi sembrò una quantità davvero sorprendente, considerando che era ottenuta da soli quaranta ettari di pascolo. Ma quando feci questa osservazione a Joel più tardi quel pomeriggio, mentre stavamo salendo con il 4 × 4 sulla cima della collina per raggiungere i maiali nei loro alloggiamenti estivi, mi rispose che i miei calcoli erano sbagliati, troppo semplicistici.

«È vero, puoi scrivere che produciamo tutta quella roba a partire da quaranta ettari di prato aperto, ma se vuoi essere davvero preciso devi tenere conto anche dei centottanta ettari di bosco». Non capivo perché. Sapevo che gli alberi rappresentavano un’importante entrata durante i mesi invernali, in cui Joel e Daniel fanno funzionare una piccola segheria da cui ricavano legna, sia da vendere sia da usare nella fattoria per costruire capannoni e stalle (nonché la casa nuova di Daniel). Ma che c’entrava il bosco con la produzione alimentare?

Joel iniziò a elencarmi una serie di ragioni. Per prima cosa, la più evidente, le riserve di acqua della fattoria dipendono dagli alberi, che trattengono l’umidità e scongiurano il pericolo dell’erosione. Molti dei ruscelli e stagni che punteggiano il terreno si seccherebbero se non fosse per la copertura delle fronde. Quando i Salatin la acquistarono, questa zona era stata quasi del tutto disboscata, e una delle prime cose che Bill fece fu piantare degli alberi su tutti i pendii esposti a nord.

«Senti come è fresco qui sotto?». Stavamo passando in un fitto boschetto di querce e noci americani. «Questi alberi decidui funzionano come un condizionatore e riducono il disagio patito dagli animali in estate».

All’improvviso si aprì davanti a noi un’area che somigliava a una savana, con pochi radi alberi circondati da una folta copertura erbosa. Era una delle porcilaie naturali che Joel aveva ricavato con l’aiuto degli stessi maiali. «Non facciamo altro che recintare mille metri quadrati di sottobosco, abbattiamo qualche albero giovane per fare entrare più luce, mettiamo dentro le bestie e le lasciamo libere di fare quello che vogliono». Il che include far fuori tutte le sterpaglie e grufolare dappertutto, rivoltando così il duro suolo; in questo modo i semi già presenti nel terreno hanno la possibilità di germinare. Nel giro di qualche settimana, spuntano fitti cespugli di avena selvatica e coda di volpe, e la savana è fatta. Questa zona fresca e ombrosa sembrava ideale per i maiali, che soffrono molto il sole. Gli animali stavano frugando avidamente tra l’erba alta e strofinavano la groppa contro gli alberi. C’è qualcosa di viscerale nel piacere che dà la vista di una savana, con il prato aperto e



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